sabato 5 febbraio 2011

Inizio io

Dunque, se devo essere sincero non ho esperienze negative, ho spedito il mio libro a diverse case editrici importanti e minori. Le critiche sono state quasi tutte positive ma, o non interessava il genere o non erano interessati a nuovi autori. La mia battaglia è con gli "esaminatori" di libri. Queste persone con tanto potere e così poca capacità, io amo il fantasy e la fantascienza quindi tanto per citare un paio di casi farò due nomi. ROWLING, rifiutata dalle più grosse case editrici inglesi e Christopher PAOLINI che ha iniziato autoproducendosi, ora sinceramente mi vengono grossi dubbi sulle capacità valutative di queste persone che leggono un libro e decidono se pubblicarlo o meno. Come esperienza personale cito una critica fatta a me dopo aver visionato il mio libro. Il succo della critica si riassume in una frase in esso contenuta: "Non ci sono morti ne feriti". Ecco qua mi sono cascate le braccia sotto i talloni. Se non ci sono è perché non li ho voluti mettere, credo che il mondo sia pieno di bei libri senza morti ne feriti, inoltre il mio è un libro scritto per mia figlia che all'epoca aveva 12 anni e volevo che fosse così, se avessi voluto fare una carneficina l'avrei fatta vi pare? Non credo che si possa valutare un libro in questi termini altrimenti poi non lamentiamoci se i nostri figli vogliono solo vedere film di violenza, come se non bastasse il telegiornale. È come dire che Peter Pan fa schifo perché Capitan Uncino non sgozza tutti i bimbi perduti. Ma guardando il lato positivo della faccenda devo dire grazie a questa persona di dubbie capacità, mi ha fatto capire che valore hanno le critiche e mi ha spinto a perseverare fino a trovare una persona che apprezzasse il libro nel suo insieme e capisse i sentimenti che animavano l'opera. Tanto per fare un ultimo esempio, io ho letto "il codice da vinci" in un fiato e mi è piaciuto molto, mia moglie non l'ha nemmeno finito. Non si può piacere a tutti questo è ovvio ma un minimo di rispetto di imparzialità e di assenza di stereotipi in persone che valutano il lavoro di un autore sarebbero graditi.
Elvio

2 commenti:

  1. Ciao Elvio,
    sono in pieno accordo con te,ognuno di noi ha una ricettività personale nel valutare uno scritto.
    Purtroppo le valutazioni vengono fatte in assoluta prospettiva del lato commerciale, e come tu dici in questo modo si disperdono anche veri talenti.
    grazie per la tua testimonianza
    mariel sandrolini

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  2. Condivido entrambi i vostri commenti. Io sto ancora visionando il mio romanzo per cui ho avuto a che fare solo con una casa editrice di cui non voglio far nome solo perchè non posso dire ne che sia comportata mel ne che si sia comportata bene con me, tramite face ho conosciuto questa persona e parlando ho scoperto appartenesse ad una piccola casa editrice. Mi ha chiesto di poter visionare i miei primi capitoli, giusto per farsi un'idea di come scrivevo e poi ha voluto avere un'intera "scaletta" sulla trama. Alla fine mi ha detto che gli spunti erano molto buoni ma aveva dei dubbi sul fatto che fosse abbastanza commerciale perchè "troppo fantasy". Ovviamente ognuno è libero di esprimere il proprio punto di vista, ma oltre al fatto che io credo che un libro vada prima di tutto letto per intero, e non basandosi solo su uno schema di trama, ritorniamo al discorso che le piccole case editrici seguono ciò che vende e non si arrischiano a proporre qualcosa che va al di là dei canoni del momento, non vogliono sperimentare, aimè... e quindi si leggono sempre le stesse storie, soprattutto per quanto riguarda il genere fantasy, dove la maggior parte dei libri si copiano gli uni dagli altri.

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